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Alberta, Kety e Rita

lunedì 9 gennaio 2017

..........GIALLO D'INVERNO...2



                                               CHIMONANTHUS PRAECOX

Il Chimonanthus Praecox , detto Calicanto d'inverno ,è una specie originaria delle zone del Sichuan, Cina.
E' un arbusto di medie dimensioni, infatti raggiunge la sua massima altezza intorno ai 4,5-5 metri, in 15-20 anni di età e col passare degli anni la sua forma diventa più piena mentre le giovani piante hanno un aspetto sottile e poco consistente.
La lentezza nella crescita ci permette di coltivarlo in vaso per alcuni anni almeno finchè il rinvaso non diventi troppo impegnativo.
In estate presenta foglie allungate di un bel verde brillante, ruvide al tatto, ma è in pieno inverno che il Calycanthus Praecox esprime tutta la sua bellezza quando sui rami spogli compaiono tanti piccoli profumatissimi fiori dall'aspetto dell'alabastro.
I petali sono giallo chiaro all'esterno, quasi marroni all'interno, disposti talvolta in gruppi talvolta solitari lungo i rami.
Le gemme fiorifere si formano sui rami di due anni , durante l'estate e sbocciano tra dicembre e febbraio.
Proprio per questa sua bellezza "leggera"è importante collocarlo in giardino dove altre piante sempreverdi non possano metterlo in secondo piano bensì dove si possa apprezzarne pienamente l'eleganza.
Il Chimonanthus , dal greco keimon (inverno) e anthos (fiore)è una pianta rustica che ben tollera le basse temperature, si adatta a qualunque terreno purchè non eccessivamente calcareo.
La concimazione deve essere regolare fintanto che la pianta è coltivata in vaso, mentre una volt

a messa a dimora è fondamentale solo nelle prime due stagioni dalla piantumazione.
Le potature devono essere leggere , volte solo alla rimozione dei rami secchi e si effettuano a fine fioritura

giovedì 29 dicembre 2016

Giallo d'inverno......

L'inverno, è luogo comune, offre pochi colori nei nostri giardini. La natura, da brava decoratrice di spazi, ci dice invece che di colori possono essercene tanti, in tante sfumature, forme, profumi.
Prendiamo ad esempio il giallo...colore del sole, si abbina spesso all'estate. Nel nostro giardino può trovare il suo spazio anche in inverno, con specie diverse.
Possiamo cominciare il nostro piccolo viaggio nel giallo d'inverno con il Gelsomino di San Giuseppe. Lo Jasminum Nudiflorum, oleacea originaria della Cina, è coltivato in Europa dalla metà dell'800,ed è un arbusto ricadente a foglie caduche o semipersistenti dal portamento gentile ed elegante, caratterizzato da rami a sezione quadrata, che possono arrivare ai quattro metri e mezzo di lunghezza e da piccoli fiori imbutiformi, di color giallo brillante, che compaiono da novembre a febbraio, sui rami nudi, a partire dalla base; si utilizza principalmente per coprire muri e scarpate, e per realizzare spalliere o divisori su terrazze e balconi, in quanto si adatta bene alla coltivazione in vasche o cassette, avendo un apparato radicale che ha sviluppo contenuto ed è poco invadente.
Questo arbusto è rustico e resistente e si adatta bene a climi rigidi,a qualsiasi tipo di terreno, anche sassoso, purché fertile e ben drenato. Le potature sono necessarie, specialmente se la pianta è coltivata in contenitore su terrazze o balconi, in quanto questo arbusto ha un accrescimento piuttosto rapido e vigoroso, e si effettuano a fine marzo, dopo la fine della fioritura, per eliminare i rami più vecchi o danneggiati. Questo arbusto predilige esposizioni in pieno sole o a mezz'ombra

domenica 15 febbraio 2015

Profumi d'inverno

Nonostante Big Snow abbia flagellato l'Italia da Nord a Sud, nei giorni di sereno si siano registrate temperature piuttosto rigide e i prossimi giorni si preannuncino grigi almeno fino a metà della settimana, per me la primavera è vicina, forse per effetto dell'allungamento delle giornate. Il freddo tuttavia non scoraggia diversi tipi di piante, che scelgono i mesi più freddi per fiorire e profumare l'aria. Il calicanto (Calycanthus praecox) è ormai agli sgoccioli, questo è vero, ma gli 
Hamamelis Arnold Promise
Hamamelis, detti anche noccioli delle streghe, sono in piena e profumata fioritura. Di poche pretese, resistenti al freddo intenso, chiedono solo una posizione di sole o mezzombra, terreno fresco, organico e se possibile leggermente acido (ma anche uno neutro va benissimo). Vi ripagheranno con vivaci fioriture profumate durante i mesi freddi, giorni della merla compresi, a partire da Natale fino alla fine di Febbraio. Tra i rossi il principe è sicuramente il Ruby Glow, ma se preferite un tocco più insolito vi suggerisco l'Hamamelis intermedia Diane,
Hamamelis x intermedia Diane
 che si apre di rosso violaceo e cangia, invecchiando, in rosso arancio.  Più compatta e tardiva la varietà Arnold Promise, con fiori numerosissimi, giallo caldo, mentre l'Hamamelis pallida si caratterizza per una fioritura giallo limone e con corolle mediamente più grandi rispetto ai precedenti. 
Se invece amate la caccia al tesoro, vi consiglio una pianta con fiori poco visibili all'occhio, ma dal profumo dolce e penetrante, facilmente avvertibile col naso: la Sarcococca, grazioso sempreverde da sottobosco dall'aspetto e comportamento simile al pungitopo, che in questo periodo apre, all'ascella delle foglie, piccoli fiori bianchi, profumatissimi.
Sarcococca confusa
 Vive bene in terreni freschi, con parecchio humus, all'ombra di grandi alberi di latifoglie o in ambienti ombrosi, peraltro difficili per la maggior parte delle specie. Elegante, poetica e raffinata protagonista del periodo invernale, non può mancare la Camellia japonica...
Camellia japonica Kramer's Supreme
Non è profumata, direte voi, come la Camellia sasanqua, che ormai è arrivata agli sgoccioli.. Errore.. Esiste una cultivar di Camellia japonica chiamata Kramer's Supreme, piuttosto precoce e con fiore grande, peoniforme, rosso acceso, il cui polline, visibile in mezzo ai petali, emana un delicato profumo. Certo, non si espande nell'aria, ma provate ad accostare il naso ai petali e mi saprete dire.. provare, anzi, annusare per credere..


giovedì 13 novembre 2014

Sei buoni motivi per piantare una Camellia invernale

Camellia sasanqua Cleopatra
Meno conosciute delle loro sorelle primaverili, le Camellia sasanqua e le C. hiemalis (o vernalis) cominciano proprio ora a sbocciare. Non so perchè il pubblico le abbia relegate ad un ruolo di secondo piano.. Forse perchè hanno fiori più discreti, o forse perchè schiudono in un momento in cui noi ci chiudiamo in casa a causa del freddo e delle poche ore di luce. Sta di fatto che le camellie invernali sono molto trascurate e poco utilizzate, quando avrebbero doti più che apprezzabili. 
La prima è quella di fiorire d'autunno-inverno: non so a voi, ma  a me fa piacere guardare dalla finestra e vedere fiori temerari in un giardino spoglio, magari in una giornata nebbiosa e umida, o attraverso la pioggia che cade.
Camellia Hino de Guno
Camellia x hiemalis Kanjiro

La seconda è che hanno colori di tutti i tipi: da un bianco discreto, semplice o doppio, come una Marta Piffaretti o una Hino de Guno, al rosso carminio delle Yuletide, passando per il rosa delicato della Cleopatra e quello più sgargiante della Kanjiro, tutti contrastanti con gli stami giallo oro.
La terza è che, a differenza delle Camellia japonica, profumano. Tutte, indistintamente, ed è una fragranza che si avverte anche a distanza. 
La quarta è la facilità di coltivazione nonchè la maggior adattabilità ai nostri ambienti rispetto alla C. japonica. Vegeta bene anche in suoli neutri, (mentre la japonica predilige qualche grado di acidità) e tollera meglio il sole e il caldo, fermo restando che la mezzombra e un clima e terreno fresco costituiscono il suo optimum. 
La quinta è che è sempreverde e vive perfettamente anche in vaso e, dati i rami più morbidi e flessuosi, si presta anche per formare spalliere in caso di spazi ridotti.  
E non ultima, la Camellia invernale è elegante. Morbida, flessuosa, con le sue foglie minute verde scuro e in genere naturalmente compatta e di bella forma, è una pianta che farà sempre bella mostra di sè, da sola o in compagnia, in giardino, come in terrazza. E durante l'estate, senza fiori, sembrerà quasi un Ficus benjamin, che però non fa il dispetto di perdere le foglie dappertutto.

Camellia x vernalis Yuletide

mercoledì 15 ottobre 2014

Antiche piante d'autunno

Qualche settimana fa, mentre ero in vivaio con alcuni clienti, sono rimasta sorpresa nel constatare che i giovani (ebbene sì, erano clienti giovani, o almeno più di me) non conoscono piante che un tempo facevano parte del corredo normale degli orti e campagne dei nostri nonni.
Davanti ad un nespolo comune, con tanto di frutti, si sono fermati stupiti domandandomi che cosa fosse.. e alla risposta "è un nespolo" mi hanno risposto.. ma no, il nespolo che ho io ha grandi foglie rugose e sempreverdi e i frutti sono diversi! Era evidente che si stessero riferendo al Nespolo del Giappone (Eryobotrya japonica) ormai talmente naturalizzato da aver soppiantato nella conoscenza comune quello nostro, europeo (Mespilus germanica)  un tempo presente in tutte o quasi le case di campagna e di cui oggi non sono neppure più reperibili i frutti al supermercato.
Mespilus germanica
A questo punto posso pensare che, insieme a lui, siano stati dimenticati i sorbi (Sorbus domestica), quelli commestibili, i cui frutti (o sorbe)  si raccoglievano un mese prima di mangiarle e si lasciavano maturare fin quasi a Natale a causa del loro elevato contenuto in tannino, come del resto si faceva per le nespole. Sono piante che hanno contribuito a sfamare intere generazioni contadine, poichè faceva parte di quegli alberi da frutto non appetibili dai "signori" e quindi liberamente utilizzabili dalle classi povere. Allo stesso modo noto con dispiacere che è sempre più raro trovare alberi di cotogno, (nessuno di voi ha mai fatto merenda con una fetta di cotognata??) peraltro molto ornamentali e con una fioritura bellissima in primavera, per non parlare della scarsissima richiesta da parte di giardinieri e progettisti di piante di Giuggiolo (Ziziphus sativa), che io trovo semplicemente fantastiche solo per la forma contorta (ottime peraltro anche le giuggiole)
Frutto del Giuggiolo

Forse è ancora diffuso il melograno, o quanto meno riconosciuto, non fosse altro che per i pomi inconfondibili che stanno maturando, ma in quanto a diffusione lascia anche questo un po' a desiderare..
Melograno 








Confesso che sono piante a me molto care e che inconsciamente associo all'autunno, quello campestre così ben descritto nei versi del Carducci della "nebbia agl'irti colli  piovigginando sale..". Le associo al ricordo di mio padre, che trascorreva il suo tempo libero coltivando un pezzo di terra sperduto fra le colline marchigiane e che la sera rientrava con le tasche o un cesto pieno di fichi, noci, sorbe, nespole, mele, uva.. più raramente con qualche tordo da fare allo spiedo, dato che come cacciatore non era gran che.. ho spesso il sospetto che il fucile se lo portasse per "non si sa mai, chissà che non mi capiti una lepre tra il lusco e il brusco", dato che lo lasciava tutto il tempo scarico e appoggiato al tronco del noce, mentre lui si dava da fare nella vigna; mentre i cani, tutti rigorosamente meticci e trovatelli, e che in casa mia non sono mai mancati, gli servissero per compagnia anche quando andava a caccia, e molto meno per stanare selvaggina. 
Sono tutte piante che associo ai profumi e alla luce dolce e malinconica dell'autunno, quell'autunno dorato, umido della bruma del crepuscolo, con i profumi della terra arata e dell'uva matura e che, forse perchè sono nata in settembre, è uno dei periodi dell'anno che preferisco.
In un momento in cui si fa un gran parlare di piante autoctone, di un ritorno alla natura, di produzioni biologiche e naturali, di trend di orti sui balconi cittadini e di prodotti naturali.. perchè stentiamo a riconoscere e non riscopriamo quello che faceva parte della nostra cultura?



martedì 5 agosto 2014

Pioggia d'estate

Questa del 2014 è una delle estati più piovose degli ultimi anni. Abituati al caldo torrido-umido e all'assenza di piogge, che vede condizionatori accesi dalla mattina e che obbliga i Comuni ad emanare ordinanze di divieto d'uso dell'acqua per l'irrigazione dei giardini, un luglio piovoso e costellato di eventi meteo purtroppo talora catastrofici, ci fa pensare di essere più ai tropici sotto l'effetto di un monsone, che in ambiente mediterraneo. Le uniche a essere contente di queste condizioni, tutto sommato fresche e soprattutto bagnate, sono proprio le piante, che invece di patire la sete e accartocciare le foglie, si presentano belle, verdi e in fiore anche in questo inizio di agosto. E la cosa non dispiace neppure a noi vivaisti, che per una volta non dobbiamo restare svegli la notte con il terrore che l'acqua nei pozzi termini e le coltivazioni restino a secco, e che, con buona probabilità, avremo a settembre delle piante verdi, fresche e in forma, quasi fosse primavera. 
Ammetto che, non essendo una patita del mare e non amando particolarmente il caldo sopra i 30°, questa stagione un po' nordica piace anche a me, con tutti gli inconvenienti del caso (vedi seminterrati di casa allagati dalla pioggia della settimana scorsa, per fortuna senza gravi conseguenze), specie quando guardo l'aspetto lussureggiante del vivaio e del terrazzo di casa, cosa piuttosto insolita, considerando il periodo. Sicuramente un aspetto negativo c'è: così come crescono bene le piante, altrettanto bene viaggiano le infestanti, che proliferano più dei funghi, obbligandoci ad un frequente e certosino lavoro di scerbatura, spesso a mano, dato che i colletti delle "erbacce" hanno il vizio di trovarsi accanto alla ceppaia delle specie coltivate, rendendo impossibile il lavoro con la zappa. 
Chi quindi pensava di godersi il riposo e le ferie d'agosto, sappia che probabilmente si troverà un garbuglio di infestanti al rientro, che dovrà provvedere più spesso del previsto al taglio del prato,  al controllo dei tralci di rampicanti vigorosi, come glicini e bignonie, che invece di bloccarsi per la pausa estiva, vegetano imperterriti, con conseguente groviglio dei rami. 
Ma tant'è.. in fondo chi coltiva le piante difficilmente è  pigro ed è solitamente abituato a piegarsi al volere delle stagioni, che, con tutto il nostro delirio di onnipotenza, non abbiamo (per fortuna)  la possibilità di controllare.
Auguriamo pertanto a tutti un buon lavoro, una bella pausa estiva (viste le ferie imminenti) e soprattutto di godere dell'insolita fioritura agostana di questa estate poco mediterranea, ma sicuramente, almeno per quest'anno, molto, molto colorata.